Il Sindaco Mario Cicero
Ripercorrere
30 anni
di
storia
avendo come
spunto il cammino fatto da
donne e
uomini che per
l’a- more del teatro hanno
intrapreso
quest’avventura,
è senza dubbio entusiasmante.
Guardare le
foto
di
questo ricco
album
di
ricordi ti
dona una forte
emozione.
Il Gruppo
Teatro
Incontro
con i
suoi
30 anni
permette a
questa comunità
di riflettere sulla
propria storia,
di
rivedere il trascorso degli
anni
e
le
occasioni che hanno visto
Castelbuono protagonista di
tutti
i
processi
di
sviluppo
del
comprensorio.
E allora grazie a
tutti
coloro
che, in
questi
tre
decenni, hanno
contribuito a
fare
la
storia
del
Gruppo, a
tutti
quelli che
hanno dato amore e
passione per
una
forma
d’arte
che
nei
secoli ha
rappresentato, per interi popoli,
occasione
di emancipazione
e
di
riscatto
facendo del
teatro classico,
del
cabaret e della commedia,
nobile occasione di
impegno sociale.
Grazie
per quello
che
avete
fatto
e
per le
generazioni
che avete
coinvolto, grazie perché
senza interesse avete offerto
momenti di
vera
cultura
e
passione.
Voi,
insieme
a
tutti
coloro che
si sono impegnati
in
attività
teatrali
e
musicali in
questo paese,
siete creditori
di
uno spazio
adeguato per
potere continuare a
coinvolgere
altri giovani
come avete
fatto
in
questi lunghi anni, e
allora
non posso
che
rinnovare l’impegno
affinché
si
possa ricostruire uno spazio
dignitoso per potere ospitare
le vostre
rappresentazioni.
Oggi siamo pronti con
il
progetto,
penso sia
un
bel
regalo, ma
non ci
fermeremo.
Sotto le
festività
natalizie
sarà
allestita
una
mostra dentro
il vecchio
Teatro
di Città nella
quale
verranno esibiti
gli
elaborati progettuali
del
nuovo
progetto
per
“Le
Fontanelle” già in
itinere
per
i visti degli
enti competenti.
Questo è
il
passo più importante e
il
segnale più tangibile che
va
a saldare
il
vecchio
debito
contratto
con voi e
con
il
paese dalla politica: sia
l’augurio di un
futuro
prospero.
Castelbuono
02/12/04
Celebriamo i 30 anni.
Festeggiamo
i
ricchi
anni di sogni, di
sorrisi,
di
velate
malinconie.
I sogni del debutto,
i
sorrisi
delle
prove…la
malinconia
di un
sipario
che
cala
e
la
nostalgia
nello starne
lontani.
Attraverso quest’altalena
di
gioie
e
nell’arcobaleno dei sorrisi
spesso donati,
sempre
ricevuti, si
ritrova il
senso del fare teatro,
del
condividere
ore
di
lavoro e
di
rinunce, del
mandar giù
qualche
boccone amaro
che il miope
di
turno
non lesina
di
riservare.
Si ritrova il senso
del
“fare
gruppo”,
la
bellezza
della
condivisione, la forza dell’amicizia,
la
gioia di
dedicar- si
al teatro.
…Un
teatro ricco
di
paradossi in
cui
tutto
risulta
smisurato e
i
comportamenti
vengono estremizzati,
in cui la gestualità
è
centrale e la conversazione
è
spropositata,
spesso resa
ancor più
ridicola
dall’uso
del
dialetto popolare
volutamente
marcato, per suscitare
il
riso.
Un teatro
che subordina
tutto al meccanismo
della
comicità
imposto come
oggetto primario
della scrittura, il cui
compito non
è certo
quello di esibirsi
nella
forma
della
letterarietà, quanto quello
del
far
ridere
innanzitutto.
Unico
scopo
quello di
contribuire alla
crescita
culturale
anche di
quella
parte della società spesso
distante
dal mondo
del
teatro.
Personalmente
ringrazio i
componenti
del
gruppo uno
per uno, dai più
“anziani”
ai più
giovani, per
aver
contribuito a
promuovere
la
cultura
teatrale nella
nostra comunità.
Tra
tutti
ringrazio
l’amico Aldo
che
è
riuscito,
con
modestia e
dedizione,
a mantenerlo “gruppo”
in un’epoca in
cui
vanno di moda i personalismi.
30 Anni
sono un
glorioso
traguardo,
ma
sono solo
una
tappa di
un cammino ancora
da
venire. Allora
l’augurio
che
il
sipario
possa ancora alzarsi
a
donarvi
la gioia
di
sempre.
L’Assessore
alla Cultura
Adriana Scancarello
"
In arte vita"
Quanto si
deve
al
gruppo dei
pionieri
del
teatro Incontro,
non è
possibile
stabilirlo
con
una
misura
ordinaria.
E’ qualcosa
di
simile
ad
un
miracolo. Del volere ad
ogni
costo.
Artisticamente parlando
il processo
evolutivo
del
gruppo che
passa da un
genere (cabaret,
avanguardismi
recitativi) al teatro vernacolo
della
commedia sicula,
dal
sapore forte,
nostrano, è
l’indi- ce
chiaro del processo
dialettico, ossia del
senso
di
cambiamento che approda
a
una
scelta, a
quel- la
commedia brillante che in
Sicilia
ha
più di una
paternità.
Parlerei
quindi di
una
specie
nuova di
“Carro di
Tespi”,
girovago
e
domestico,
modulato sulla
voce scenica
della pura sicilianità,
o,
per usare
un
termine
di Sciascia, della
“Sicilitudine”.
C’è da
affidarsi
alla
memoria storica di un
paese che
aveva
un
teatro ed
una
società,
sia
pure
elitaria
a
frequentarlo,
già
a partire
dal seicento.
Un
gioiello
ventimigliano che,
come
il fantasma
dell’opera
è sparito
nelle notte oscura
di
una stagione
amministrativa.
Rimpianto: non
avere
uno
straccio di
foto. Nulla.
Tutto
è consegnato alla
memoria personale
di pochi.
C’è anche
da
essere ben
lieti
che
la
lingua
siciliana così adatta al
fraseggio
teatrale che
rappresenta la scanzonata
società di
ieri,
sia
in
qualche modo
rivalutata. Forse
c’è ancora nel
sangue siculo
una parte di
quella
linfa
mordace,
ossia
quella
passionalità
levantina e
sardonita
propria del
teatro greco
di Aristofane.
Che
dire? Un
trentennale di vittorie,
sulla
speranza
che inizialmente
era esigua,
sulla
volontà di costruzione di
una
struttura organizzata, con
un
bilancio
finale
positivo
il cui
merito va
ad Aldo Mazzola,
regista
e
“magna pars”
del gruppo.
Ma a
tutti
il
tributo e
l’omaggio
che
è
dovuto
agli
intrepidi
iniziatori.
La
continuità lineare del
tempo fin
qui
sfruttato
con abnegazione è
garanzia rassicurante
per l’immediato futuro.
Ma
attenzione, la celebrazione
di
un
trentennio non è
il
segno
discendente dell’abbiamo fatto
tutto. Non c’è, e
non ci
può
essere uno stop.
C’è invece
insita
in
essa, una
più forte carica
di
volontà, di
orgoglio,
mescolati
nei
rivoli
della dialettica
dell’avvenire che include
altri
traguardi e altri successi.
Questo teatro
in definitiva
può
chiamarsi
anche “fiction”
della
realtà.
Ma
sulla scena
appare
una realtà totalmente quadrata, che
supera se
stessa.
Non si
tratta di una metalinguaggio
alla
De
Filippo,
di simboli
o
di
metafore.
Qui la
realtà
viene
scodellata
con
le
sue
sbavature e le
sue
rozzezze,
con
i
chiaroscuri tipici del
linguaggio popolare.
Per quanto
riguarda la
fecondità
delle scelte
testuali,
il
gruppo si
è
servito
bene di
Migneni,
Nino Martoglio, Magri, Fidone ed altri.
Ma è
soprattutto
nell’abilità con cui
i
teatranti,
hanno saputo
cogliere
con precisione, lo
spirito
di quel
determinato
momento
scenico, cogliendo
il “
clou”
di
quella
particolare”
situation comedy”
che sta la
loro
bravura. Come
dire che
nell’arte
c’è
la vita stessa.
“
In
arte vita”
come dice
questa adagio.
Abbiamo
bisogno di
un
teatro,questo
è
il grido
rivolto
ai
nostri
amministratori. Si può
fare
meglio e
di
più. Intanto agli
artefici
di
questo, i
nostri
più
calorosi
auguri.
Rosario DiLiberti
Ai cari colleghi
del
Gruppo Teatro Incontro
di
Castelbuono
Saluto dell'attore Antonello Puglisi
Fedro
racconta
che
“quando Giove
creò
l’uomo
gli
impose due bisacce: ci
mise
dietro
quella
iena
dei
propri difetti
e davanti, sul
petto, quella con i
difetti
degli
altri”.
Ricordando questo
racconto, mi
viene
di
giustificare
la
realtà
quotidiana di coloro
che
credendosi
grandi interpreti o
registi
di
teatro, non hanno
potuto mai
scorgere
i loro difetti
e
non appena
gli altri commettono
degli errori,
sono sempre
pronti
a condannarli
con
grande soddisfazione.
Quanto scherzosamente riportato, vuole
significare, che nella
mia
lunga
carriera artistica
ho
conosciuto tantissimi
“addetti
ai
lavori”
sempre pronti
ad affondare i
colleghi.
Invece la
cosa
che
mi
ha
colpito, quando
Vi
ho
conosciuto è stata la
Vostra
sincera umiltà:
strano per
chi opera
nell’ambito teatrale,
sopratutto
amatoriale.
Questo è
stato il
principale
motivo che
per
la
prima volta
mi
ha
spinto a venire da
Catania a
Castelbuono, accompagnato
da
mia
moglie,
l’attrice
Antonella
Di
Stefano, per assistere ad
una rappresentazione del
Vostro
gruppo teatrale.
Alla
conclusione dell’esibizione,
eravamo entrambi
d’accordo
nell’affermare
che
la
sola
differenza esistente tra noi
attori professionisti e
tutti
Voi,
era
solo
quella
che
mentre noi ci apparecchiamo
la
tavola con
questo lavoro
Voi lo
esercitate
per diletto,
affrontando con sacrifici
le
tante difficoltà
di
una buona
messa in scena,
mettendo
da parte
le
quotidiane
angosce delle vostre
professioni,
e per
di
più con
una
umiltà che
non è
del
nostro tempo.
Infatti da
quella
sera
abbiamo coniato
un nostro
personale credo: ‘Per
diventare un buon
attore bisogna
essere un professionista con
l’entusiasmo
del dilettante”.
Avrei
tante altre
cose
d’aggiungere
sul Vostro
interessante operato negli
anni, ma
non volendomi
dilungare, assieme
a
mia
moglie,
Vi
porgo
le più sincere e
vive
congratulazioni
e rallegramenti per
avere
raggiunto
uniti un
traguardo
tanto ambito.
Anche se
ci
viene da
pensare:
cosa
sono trent’annì
di
attività
rispetto al resto
della vita che
trascorrerete ancora insieme
mettendo
in
scena con
tenacia e
perizia
tantissime
altre
commedie?
Il
Vostro
gruppo è
un’unione salda che
grazie
alla
passione e
al
grande entusiasmo
con
i quali
Vi
applicate, resterà
sempre
giovane.
Con tutto
il
cuore Vi
auguriamo di essere sempre
baciati da grandi
successi
e
di utilizzare il
vostro
talento con
la stessa
fermezza
e
determinazione
che
avete
finora
dimostrato.
Un
auspicio: auguriamoci di
essere ancora
tutti insieme per
brindare al 60°
anniversario!
Antonello Puglisi
25 Anni -
Gruppo Teatro
Incontro
Ricordo di
Nino
Mignemi (commediografo)
“La
vita
è
un gran
tiatru”
scrive
Nino
Mignemi
in
una sua poesia
e
questo basta per capire
quanto
sensibile e sofferta
insieme, fosse
la
visione
che Lui
aveva
della
Società e
della
vita
mascherata sempre, da
una
sottile quanto amara
comicità suscitando il
sorriso
e
spesso l’ilarità di chi
lo
ascoltava, Da
ogni scritto traspare
l’amore
per
la sua terra,
per
l’eterogeneità
della
gente, per
cui
non tralascia
battute, occasioni,
curiosità,
avvenimenti, ma
caratterizza
cose
e
persone
con un
suo
linguaggio
semplice, abituale, ricco di
termini
dialettali, per colorire
ancora più
quella
satira
comunicativa,
sincera e
profondamente
umana con
la
quale
riesce a
far ridere e
dimenticare
la tragicità
degli
eventi;
questa è
la
commedia e con la
commedia il suo messaggio:
-
“ridere
-
pensando” -
un
binomio
importante
che
coinvolge attori e
spettatori
a quel
diverti- mento
sano, facile
e
col
rispettò alla
vita.
Tutto
ciò con entusiasmo
e
serietà ha recepito subito
e
sempre, la
Compagnia
“GRUPPO
TEATRO
INCONTRO”, che delle
opere di
Nino
Mignemi
ne
ha
rappresentate tante con
successo e
lodevole
interpretazione
dei personaggi,
così
come l’Autore glieli sottopone.
Ma
l’egregio “GRUPPO TEATRO
INCONTRO” oggi afferma
la
sua
bravura
con un traguardo quanto
mai
prestigioso:
“25 ANNI”
magnifici
perché non
solo
segnano le
“Nozze
d’Argento”
con
il
Teatro,
ma
confermano
quella
durata nel tempo
di
un
Gruppo Teatrale
per solidità artistica,
indiscutibile
comprensione
tra
loro,
e
forza interpretativa
creando una
inscindibile
intesa
con
il
pubblico
che grato
del
loro
impegno artistico,
ne
decreta il
successo e
la
riconoscenza con gli
applausi e la
pretesa che
la
Compagnia
continui
il suo cammino artistico,
rafforzato dal
loro
interesse e da sempre maggiori
affermazioni
e allori.
Ed io
ringrazio
questa invidiabile
Compagnia
Teatrale
per
avermi dato l’occasione
di
ricordare mio marito per l’ottima
ed efficace
interpretazione
delle
sue
commedie scelte
e
porgo
un
sincero “In
bocca
a
lupo” per
un numero
illimitato di
anni
ancora,
ad
un GRUPPO
così
meritevole ed
operante
nel
travaglio
della
vita
perché, dice Nino Mignemi:
“…
li gioi
e
li duluri
sù
lazzi di
commedia…..”
Agatina Sontonocito Mignemi
Incontro con GiovanBattista Spampinato
(commediografo)
Ho avuto
il
piacere di
conoscere
il
Gruppo Teatro
Incontro nel
maggio del
1996
in
occasione della messa in
scena, al
Teatro
Astra di Castelbuono, di
una
mia
opera e,
precisamente, “Matrimoniu putativu”, scritta
a
quattro mani
con
l’indimenticato Nino
Di
Maria, e
in
quell’occasione ebbi a
constatare la professionalità
e
la bravura
degli
attori
che
componevano il cast,
magistralmente guidati dal
valente
e
molto competente
regista
Aldo
Mazzola.
Ci siamo
incontrati
ancora in altre
occasioni,
e tutte
le
volte si
è
creato un
feeling
speciale, perché tra
noi si
parla
la
stessa
lingua:
quella
del
teatro; e
con
molto
piacere ho
approvato
la
scelta che
hanno fatto,
cioè
quella di
preferire il
teatro in vernacolo
e,
soprattutto,
di
scegliere
testi di
autori
contemporanei.
Non perché
io
sia
contrario
ai
lavori
in
lingua;
infatti,
quando un
testo è
valido
e
riesce a
dare
sensazioni che coinvolgono
lo
spettatore
fino
a
farlo
sentire partecipe di ciò
che
si
sta
rappresentando,
la
lingua
parlata ha una importanza
relativa.
Il
vernacolo, però,
ha
più
immediatezza
e
riesce
ad
esprimere
con più
efficacia i sentimenti
dell’animo; non solo:
è
più
colorito
ed
espressivo, e
poi,
è la nostra
lingua, quella che abbiamo
appreso dai nostri
padri
e
che
abbiamo insegnato
ai nostri figli;
quella
che
usiamo
in
casa con
i nostri
cari e fuori
con
i
nostri
amici.
Nelle sfere
pseudo alte della cultura
si
suole
dire, ma
sbagliando
di grosso,
che
il
teatro dialettale è di
serie B.
Niente
di
più
falso! A
codesti
saccenti signori vorrei dire
però, che
il
teatro si
deve
apprezzare
non per
la lingua, ma per
la
qualità e
la
bontà dei
testi;
il
teatro è
universale,
qualsiasi
lingua
parli.
Ne
fanno testo
i grandi
attori del
passato,
dai
siciliani
Giovanni
Grasso ad
Angelo
Museo,
al
genovese Gilberto Govi, al veneto
Carlo
Goldoni, al
romano
Aldo
Fabrizi,
al
napoletano
Eduardo De Filippo, che
hanno sempre
recitato nel
loro
dialetto
e
sono stati apprezzati ed
applauditi
ovunque, anche all’estero.
A tal
proposito, mi piace citare
il
successo ottenuto
nel 1966
dalla
mia
commedia “La buon’ anima
di mia suocera”, recitata in
vernacolo, al
Teatro
Dolphin di Perth nel
Westem
Australia,
dagli
universitari
di quella
città
per
la regia
dell’insegnante
di Italiano
e,
a quanto
mi
hanno raccontato, l’opera è
stata
capita perfettamente dal pubblico,
originario da varie
regioni
italiane,
ed
applaudita a più
riprese. Ciò sta
a dimostrare
che il
successo dì
un’opera si
ottiene dalla
bontà del
testo, dalle
emozioni che
il
testo stesso riesce
a
provocare
negli
spettatori e
dalla
bravura
degli
interpreti,
indipendentemente della lingua
usata.
Un altro
merito mi
piace dare alle compagnie
amatoriali
e, cioè,
quello
di
avere il
coraggio di mettere in scena
opere
di
autori
nuovi,
mentre le
Compagnie
professionistiche o
i
Teatri
Stabili,
ricorrono
per
lo
più ai
lavori triti e
ritriti
di
autori
affermati
o
a classici
della
letteratura
adattati
per il
teatro.
Concludo formulando
con tutto il
cuore al
Gruppo Teatro
Incontro
il
mio
placet
per
i successi ottenuti in
questo trentennio
e
l’augurio
di
continuare
l’attività
senza
limite di
tempo.
GiovanBattista Spampinato
Il Teatro è
vita! Viva il teatro! I complimenti della
Compagnia Teatrale "I Frastornati" al Gruppo
Teatro Incontro.
[INSERITO DA UFFICIO STAMPA]
Indubbiamente nella storia
culturale e teatrale della nostra cara cittadina, ci
sono persone come i componenti del Gruppo Teatro
Incontro che hanno segnato il solco per tutti coloro
che amano l’arte della commedia.
E con la messa in scena dell’opera
teatrale di Pino Giambrone “Assu di coppi e tri di
vastuni”, questa Compagnia, magistralmente diretta
da Aldo Mazzola, ha nuovamente espresso tutto il suo
carico artistico, che rappresenta una peculiarità
nel quarantennale cammino, attraverso attori cari al
pubblico castelbuonese.
A
partire
dalle colonne storiche come Elio Sicilia e Michele
Crivello, alle esilaranti Ina e Rosaria Mazzola,
insieme a tutti gli altri bravissimi attori del
cast, questo Gruppo Teatrale ha esaltato
ulteriormente la natura culturalmente sempre più
fervida del nostro paese.
E noi, “attori” in erba, ci
sentiamo direttamente investiti dalla stessa
passione che porta a ispirarci a questi attori
navigati, che abbiamo avuto l’occasione di ammirare
nuovamente sul palco, così come presto ci
appronteremo a fare per la nostra prossima opera
teatrale.
A tutti i componenti del Gruppo
Teatro Incontro, rivolgiamo le nostre migliori
congratulazioni e li ringraziamo perché il successo
di quest’ultima commedia è servita a dare
ulteriormente slancio e motivazioni ad una realtà
come quella del Teatro Amatoriale che rappresenta,
soprattutto nella nostra Castelbuono, un vero e
proprio laboratorio di cultura, intrattenimento e
coesione sociale. Grazie!
03-maggio-2016
La Compagnia Teatrale
"I FRASTORNATI"
IL TEATRO
una gioia di vivere
Ridere, scherzare,giocare
e
provare, sono
questi i
perfetti
ingredienti che
danno vita
e
animano il
nostro gruppo,
ormai arrivato
alla
soglia
dei
trent’anni. Un gruppo, che
racchiude in sé
la
“storia” e
che
cerche rà sempre di
andare avanti
e
continuare
a vivere
anche nelle generazioni future.
E’ una
gioia,
oltre
che
un
piacere, trascorrere
il
tempo con
persone che conoscono
il
significato
del
vero DIVERTIMENTO, sperimentando insieme,
nuove commedie e
personificando di volte
in
volte
nuovi
personaggi, che pur essendo
ridicoli e bizzarri,
lasciano
dentro un
segno indelebile.
IL
TEATRO
BISOGNA
AVERLO DENTRO! ed
è
forse
questo che
ci
unisce …….
Ci si
litiga,
si
chiacchiera,,
si
parla, ma alla fine
tutto
si
annulla,
quando là,
sopra il
palco
scenico si accendono le
luci
e
si apre
il sipario. Momenti
magici,
bellissimi
e carichi
di
emozione che ti spronano
a
dare il
massimo di te
stesso
e
ti inducono a
condividere insieme a tutti
gli
altri,
questa ebbrezza
fugace come il tempo, ma
duratura,
come l’universo.
IL TEATRO
E
VITA!
Ti
carica
ti
elettrizza,
ma
soprattutto
ti
aiuta a
crescere e a
capire, che
il
mondo è
vario, così come
variano
i personaggi
che
di
volta in
volta
cerchi
di animare.
MariaChiara Mazzola
Tratto dall’articolo del Giornale di Sicilia
Castelbuono, i 30 anni del Gruppo Teatro Incontro
Commedie e mostre per brindare all’anniversario
Trent’anni di attività. Una sfilza di spettacoli,
commedie e tanti riconoscimenti, soprattutto in
termini di applausi e successo di pubblico. Il
gruppo Teatro Incontro festeggia i primi trent’anni
di attività e prepara un calendario di iniziative
per suggellare l’importante anniversario che,
quest’anno, sarà condiviso anche dal Gruppo T, altra
formazione storica di Castelbuono, costituita
anch’essa trent’anni fa.
Il gruppo è in fibrillazione. In cantiere, sotto la
regia di Aldo Mazzola, ci sono un paio di commedie
che andranno in scena ad agosto nello splendido
scenario di Piazza castello ed a Dicembre sotto il
tetto del cine teatro Astra.
"Quando nel 1974 si è pensato di costituire una
filodrammatica – racconta Aldo Mazzola, uno dei
fondatori – qualcuno ebbe a dire che era un sogno
folle o una presunzione di giovani illusi di fare
cultura, di distinguersi, di farsi notare. Se
qualcuno ci avesse predetto che il gruppo era
destinato a festeggiare questo anniversario con il
teatro, sicuramente allora lo avremmo considerato
pazzo e visionario".
E invece il gruppo è arrivato ai trent’anni grazie
al paziente lavoro di quelli che si definiscono "un
manipolo di innamorati del teatro", avventurieri del
palcoscenico "sorretti dalla speranza che il calore
del pubblico e la convinzione di aver fatto qualcosa
per la crescita sociale e culturale della
collettività ". "La storia del gruppo Teatro
Incontro – come racconta Aldo Mazzola – è la storia
di giovani, ahimè cresciuti, che animati da uno
spirito pionieristico hanno perpetuato nel tempo una
cultura nata alla corte dei Ventimiglia e tramandata
nei geni dei castelbuonesi".
In quest’anni la compagnia castelbuonese, composta
da liberi professionisti, insegnati e giovani, ha
rappresentato e riproposto commedie tratte dalla più
genuina ed affermata tradizione popolare siciliana,
sconfessando, per certi aspetti, le origini.
Infatti il gruppo ha iniziato partendo
dall’avanguardia e poi passando per il teatro
classico in lingua e dal cabaret è approdato alla
commedia brillante in vernacolo siciliano.
Per l’importante anniversario il gruppo Teatro
Incontro porterà in scena due commedie (una ad
agosto ed una a dicembre) e una mostra fotografica
che ripercorrerà la storia del gruppo.
Vincenzo
Marannano
(giornalista del Giornale di Sicilia)
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